Coppettazione

L’utilizzo di piccole coppe per estrarre fluidi dal corpo è antichissimo, le prime testimonianze le abbiamo da ritrovamenti preistorici nel Borneo, usate probabilmente per estrarre il sangue da ferite infette o avvelenate. Tecniche simili le troviamo in un papiro egizio (1500 a.C.) gli strumenti usati erano corna di mucca o  grossi fusti di bambù. La spiegazione sull’effetto del vuoto sui nostri tessuti l'abbiamo in Cina, nel 1500 in un trattato ad opera del medico chirurgo Wei Ke Zen Zong . Nel 1800 si passa a coppette fatte di vetro, oggi si usano materiali plastici che consentono un maggior controllo del sottovuoto. Si possono applicare, per risolvere tensioni muscolari (hanno caratteristiche decontratturanti e defaticanti) o su esiti cicatriziali.

Si può erroneamente credere che i segni che può lasciare,  siano lividi e che siano doloranti, ma in realtà, questi segni sono innocui, indolori e temporanei. L' effetto è quello di portare il vecchio sangue stagnante(non circolante), intrappolato nei tessuti, in superficie e lontano dalla lesione in modo da ripristinare una sana circolazione nell’area interessata. Il colore e il motivo dei segni dipendono dal livello di ristagno nell’area e vanno da un rosso vivo al viola scuro.

Benefici:

stimolare la circolazione di sangue e ossigeno nell’area trattata

facilitare la circolazione linfatica

migliore la mobilità e la flessibilità delle articolazioni

riduzione del dolore
migliorare le prestazioni sportive

sollievo da contratture e ristagni del microcircolo dovuti a sforzi eccessivi

 

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